(in copertina – Tiziano, Sacra Famiglia con un pastore, 1510)
Il periodo d’Avvento rischia sempre di diventare un tempo vissuto in modo ripetitivo in attesa del Natale; con questo modulo vogliamo riflettere su come vivere la novità nel tempo di Avvento per poter essere in attesa della nascita di Gesù, orientati verso di Lui.
Obiettivo modulo: l’Avvento ci educa all’attesa della venuta di Gesù, per riscoprire il Natale come un tempo di novità, di servizio e di speranza in Lui.
Da Etica della speranza di Jurgen Moltmann
Attendere e affrettarsi
Attendere e affrettarsi, queste due cose sembrano contradditorie. Se aspettiamo, allora quello che aspettiamo non è ancora presente; se ci affrettiamo, allora ciò che aspettiamo è già in vista. Questi sono i due estremi, tra cui oscillano gli atteggiamenti verso il futuro. Come segnali terminali essi non si contraddicono necessariamente. Traduciamo l’”attendere e affrettarsi” nel nostro linguaggio e nelle nostre esperienze:
Attendere: tale termine non sta ad indicare un’attesa passiva, ma un’attesa attiva. In favore di questa distinzione possiamo addurre un passaggio calzante del profeta Isaia: nell’esilio e lontano dalla patria i prigionieri si rivolgono al profeta e gli domandano: “Sentinella, quanto resta della notte?”. Ed egli risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte. Se volete domandare,
domandate” (Is 21, 11s). […] La venuta di Dio dispiega una forza trasformativa nel presente. Nell’attesa vigile e attiva prendiamo coscienza del futuro di Dio, e tale futuro diventa potentemente efficace nel nostro presente. Saper attendere significa anche non adeguarsi alle condizioni di questo mondo contraddistinto dall’ingiustizia e dalla violenza. Chi attende la giustizia di Dio non riconosce la cosiddetta forza normativa del fattuale, perchè sa che è possibile un mondo migliore e che occorre cambiare il presente. […]
Affrettarsi: affrettarsi significa propriamente camminare veloci nello spazio da un luogo a un altro. Affrettarsi verso il futuro traspone questo movimento dallo spazio nel tempo della storia. Il presente diventa il passaggio dall’origine del futuro. “Affrettarsi” nel tempo significa superare i confini della realtà per entrare nei campi del futuramente possibile. Superando tali confini anticipiamo il futuro in cui speriamo. Facendo ciò che è giusto, prepariamo la via alla “nuova terra”, sulla quale “abita” la giustizia. Se riusciamo a procurare qualche diritto a coloro che sono oppressi, il futuro di Dio comincia a risplendere nel loro mondo. […] Ci affrettiamo verso il futuro del Signore, se anticipiamo quella giustizia grazie alla quale nel giorno del Signore sorgerà una terra nuova e stabile.