Uno sguardo affamato di realtà, di incontri, di esperienze autentiche è quello che si notava negli adolescenti riuniti in piazza San Pietro il giorno di Pasquetta in attesa di incontrare papa Francesco.
100.000 puntini colorati da fazzoletti blu e bandane gialle è quello che si poteva vedere dall’alto nelle foto e nei video che hanno documentato l’evento.
La diocesi di Carpi ha partecipato con quasi 300 ragazzi tra i 12 e i 17 anni al pellegrinaggio di lunedì 18 aprile, che aveva come meta l’incontro con il papa nel pomeriggio, ma che è stato arricchito da un programma scandito da momenti di preghiera – prima presso la parrocchia di Sant’Ambrogio, che ci ha ospitato, e poi con il gruppo della diocesi di Modena-Nonantola insieme al nostro vescovo Erio presso la Chiesa di San Giuseppe Cottolengo– e una breve visita alla città, che molti ragazzi non avevano mai visto.
Se l’idea alla partenza di alcuni ragazzi era quella di una gita o di un raduno, alla fine della giornata ha prevalso la forza dello stare insieme per dare forma a quel popolo di Dio, che è la Chiesa, di cui hanno sempre sentito parlare, ma che non avevano mai vissuto in prima persona, anche a causa di questi anni di pandemia.
L’obiettivo del pellegrinaggio era proprio quello di far sperimentare ai ragazzi il senso di appartenenza alla Chiesa in cammino dietro a Gesù, infatti l’immagine del pellegrinaggio era quella di un pesce composto da tanti cerchi azzurri riuniti intorno alla croce-occhio: nella sera del lunedì di Pasqua la comunione celebrata esprime l’appartenenza al Signore della vita, rende i tanti uno. Tale comunione non è un fatto compiuto una volta per sempre, ma una continua sfida. Il titolo del pellegrinaggio #seguimi indicava proprio questo: il segno # è un segno di ricerca, di collocazione. # “mettiti in ricerca – dove sei?” e seguimi. La sequela è una ricerca del senso della propria esistenza che si rinnova nella comunione dei fratelli e delle sorelle con il Padre, nell’Amore del Figlio.
Il vescovo Erio, che è sempre rimasto con noi in mezzo alla calca di persone che si dirigevano verso Piazza San Pietro (che per alcuni gruppi è rimasta un puntino lontano purtroppo perché non sono riusciti a entrare), ha sottolineato l’importanza di questo pellegrinaggio che ci fa scoprire e ci ricorda il valore del camminare insieme per seguire Gesù: il cammino a volte può risultare faticoso o può portare a mete inaspettate, ma l’importante è sapere che non si è da soli.
Credo che la scoperta di una Chiesa viva, ricca, giovane e unita in cammino alla scoperta di Gesù sia ciò che si sono portati a casa i ragazzi presenti, soprattutto dopo due anni in cui è andata persa la dimensione comunitaria.
Alcuni giovani sono rimasti colpiti anche dalle parole di papa Francesco, che ha dato loro una fiducia incondizionata (a cui non sono abituati) e li ha incoraggiati a non chiudersi nelle loro paure: “Voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete qualcosa che i grandi alle volte hanno perduto, voi avete il fiuto della verità… Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro”.
La profetica scelta di papa Francesco di riunire questa giovane Chiesa a Roma non è stata solo un segno di amore e di fiducia nei confronti di una generazione che ha sofferto molto le restrizioni della pandemia, ma è stata una grande testimonianza di fede e segno di speranza per tutti i fedeli in cammino dietro Gesù.
di Lucia Truzzi