Domenica 25 settembre si è svolta l’assemblea diocesana dell’Azione Cattolica di Carpi, all’interno della due giorni formativa, appuntamento fisso annuale per inaugurare l’inizio dell’anno associativo.
“Quella di quest’anno è stata un’assemblea diocesana di discernimento volta non tanto a decidere delle cose, ma ad approfondire alcuni snodi associativi ed ecclesiali importanti per poter scegliere insieme su quali orizzonti far camminare l’associazione nei prossimi anni” ha detto la presidente di AC Carlotta Coccapani.
“Abbiamo iniziato con i cantieri di Betania che ci hanno inserito nel cammino che la Chiesa italiana farà quest’anno perché l’orizzonte della nostra assemblea è quello della Chiesa tutta. Un rischio era quello di vivere un’assemblea associativa “dissociandoci” da tutto il resto, quindi la premessa dei cantieri di Betania era importante per ricordarci chi siamo e dove siamo” ha continuato Carlotta.
I quattro temi che hanno accompagnato i lavori di gruppo sono stati: “Vocazione/Identità: per chi siamo?”; “Futuro: Andate dunque. Come fare ad essere missionari?”; “Comunità legata al territorio: grazie a chi? Da chi ci lasciamo evangelizzare?”; “Spiritualità: Marta e Maria”.
Il cammino dell’assemblea non si è concluso domenica, ma avrà almeno altre 2 tappe: la prima sarà una sintesi dei lavori di gruppo prodotta dal consiglio diocesano; la seconda tappa avverrà con la presentazione della sintesi ai presidenti parrocchiali.
“Sono due le dimensioni sulle quali stiamo lavorando tanto e grazie alle quali abbiamo scelto di vivere l’assemblea in questo modo – ha aggiunto Carlotta Coccapani -: la necessità di dialogare e la necessità di cambiare.
Dialogare è fondamentale perché tutti possano sentirsi partecipi e necessari: dalle programmazioni, ai consigli parrocchiali, ai consigli diocesani… non possiamo permetterci di avere cose già decise che aspettano semplicemente un assenso. Il discernimento dalle cose piccole a quelle grandi va fatto insieme. Dialogare però non è sempre semplice, c’è bisogno di prepararsi per vivere un ascolto profondo dell’altro [n.d.r. per preparare l’assemblea ci sono voluti 2 consigli (di cui uno con un ospite esterno come Pierpaolo Triani) più una programmazione ad hoc].
Cambiare è importante non tanto perché ogni tanto è importante svecchiarsi ma perché, volenti o nolenti, la realtà supera l’idea e ci ha lanciato contro con tutta la forza che aveva la domanda: “di cosa c’è veramente bisogno?”. Questa domanda l’abbiamo sentita/vissuta intensamente nei momenti più duri del lockdown, ma in realtà continua ad accompagnarci. Cambiare non vuol dire nemmeno “prenderci sempre”, a volte dobbiamo anche avere il coraggio di sbagliare e rifare, ridomandarci, ripensare” ha concluso Carlotta.
Dialogare e Cambiare sono i due punti chiave che, dagli adulti all’ACR, passando per i giovani e i giovanissimi, hanno dato vita all’associazione negli ultimi anni. Da qui la necessità forte di interrogarci con tutta l’associazione su quale futuro sogniamo e immaginiamo per l’AC e per la Chiesa.
La Presidenza di AC